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La Dott.ssa Paola Pedinotti risponde alle vostre domande
Unknown dottoressa,
sono sposato con un figlio.I miei rapporti famigliari sono in grave crisi.Soffro di megalomania, almeno così credo.
divido gli esseri umani in due categorie:i
superuomini a cui è concesso il potere di vita e di morte sugli altri individui e la massa informe senza poteri. Io mi sento di potere fare del male agli individui che considero dei parassiti inutili.Questo mi spaventa e mi crea grossissime diffilcoltà di relazione.Cosa posso fare?Ho bisogno di aiuto.
Paola Pedinotti, 15-03-2017 12:29:50 Buonasera,
la sua lettera potrebbe essere una ideazione della sua fantasia oppure la sua richiesta di aiuto potrebbe contenere qualcosa di vero. In questo caso preferisco rispondere alla sua parte che soffre.
Lei appare molto lucido rispetto al suo bisogno di vivere le proprie relazioni sociali categorizzando le persone nettamente. Al tempo stesso ne è spaventato e pare desiderare relazioni umane diverse.
Alcuni colloqui psicologici potrebbero essere orientativi per comprendere il suo grado di motivazione al cambiamento ed, eventualmente, ad iniziare un percorso terapeutico più impegnativo.
Auguri
Paola Pedinotti
Psicologo, Psicoterapeuta, Practitioner EMDR
luna (milano, 08-11-2015 22:22:54, )
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Gentile dottoressa, ho 30 anni, sposata felicemente, ho un bambino che amo teneramente e una bella famiglia. Nonostante ciò ho crisi di pianto inspiegabili. Le chiedo un consiglio su questa mia incapacità a gestire le mie emozioni. Può aiutarmi? Grazie Paola Pedinotti, 09-11-2015 21:11:35 Cara Luna,
anche se non mi dici molto di te noto che hai individuato il nucleo del tuo disagio. Hai bisogno di sviluppare le tue risorse emotive. Può succedere, nel corso della vita, che avvenimenti particolari(ad esempio la perdita di una persona cara) ci trovino impreparati ed esposti e la chiusura emotiva può essere, in questi casi, una soluzione. Credo che qualche colloquio psicologico potrebbe aiutarti a definire meglio il tuo disagio e a recuperare le tue risorse emotive per sentirti più adeguata e stabile.
Auguri
Paola Pedinotti
Psicologo, Psicoterapeuta
daphne (16-06-2012 18:40:36, )
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salve, vivo un periodo triste e deprimente, i miei hanno divorziato e sono andata a convivere col mio ragazzo ma dopo 3 mesi è tornato a casa sua perchè non gli lasciavo i suoi spazi e lo opprimevo oltre ad avere problemi economici..quando lo vedo alcuni giorni lo tratto benissimo altri x' mi arrabbio gli faccio passare l'inferno.. reagisco come una pazza, urlo, minaccio, dico cose brutte, dico di volermi uccidere ecc..non ragiono + sto davvero diventando pazza e sono esaurita e ho solo 22 anni.. non riesco a cambiare la mia vita e il mio comportamento.. ho difficoltà a restare sola vorrei sempre qualcuno al mio fianco che mi capisca e che mi aiuti senza che lo debba chiedere..ho bisogno di attenzioni e in solitudine non riesco davvero a stare.. sono aggressiva per difendermi dal mondo..e non mi confido mai con nessuno.. mi consigli per favore Paola Pedinotti, 17-06-2012 20:46:16 Ciao Daphne,
vivi un periodo "triste e deprimente". Potrebbe essere solo un periodo, come dici tu, temporaneo, e magari hai solo bisogno di un po' di tempo per elaborare il dolore della separazione dei tuoi genitori ma dici anche di non confidarti mai con nessuno e questo potrebbe essere un ostacolo alla spontanea evoluzione dei tuoi vissuti.
Perchè non puoi accettare la scelta dei tuoi genitori? Perchè non riesci a parlarne con nessuno?
I tuoi sbalzi di umore, che pesano nell'attuale rapporto col tuo ragazzo, paiono indicare che trattieni molti stati d'animo conflittuali (affetto e ostilità ) e potresti essere molto arrabbiata per questo.
Credo che dovresti rivolgerti a qualcuno che possa guidarti a conoscere questi stati affettivi profondi e a ritrovare la tua tranquillità interiore.
Ti auguro di riuscire a farlo per te stessa e per realizzare, col tuo ragazzo, i vostri progetti di vita.
Un abbraccio
Paola Pedinotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Stella (Bergamo, 31-10-2011 15:11:04, )
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gentile dott.ressa, sono una ragazza di 21 anni. nella mia vita ne ho passate tante se pur non si direbbe. ho paura del giudizio dei miei genitori mi fido poco dei miei amici e sono perennemente in paranoia. più di una volta ho tentato il suicidio. ho avuto anche diversi problemi di autostima legati al mio corpo. ho iniziato a non mangiare da circa 2 mesi,ho solo voglia di stare bene e che qualcuno mi aiuti a farlo. purtroppo nell'infazia ho scoperto di essere stata abbandonata per circa 3 anni. sono cresiuta quindi con nonni e non con i miei genitori questo ha provocato distacco tra me e loro. mi sottovalutano e non mi apprezzano. inoltre sono stata vittima di abusi sessuali da un cugino lontano. mi dica lei cosa posso fare per lasciarmi tutto alle spalle. perchè io nn ce la faccio più. grazie mille. Paola Pedinotti, 03-11-2011 13:17:27 Cara Stella,
alla tua età si dovrebbe poter pensare al futuro serenamente e credo che sia legittimo il tuo bisogno di lasciarti tutto alle spalle. Tuttavia i tentativi di suicidio, le paranoie, i problemi di autostima, il digiuno sono indicatori di una vera sofferenza psicologica che potrai superare se elaborerai i vissuti dolorosi della tua infanzia e adolescenza.
Ti consiglio di rivolgerti, al più presto, ad un buon psicoterapeuta della tua città e vedrai che,
gradualmente, avvertirai il sollievo di cui hai bisogno.
Con molti auguri e affetto
Paola Pedinotti
Psicologo, Psicoterapeuta Buongiorno Dottoressa,
sono una ragazza di 25 anni, e sono innamorata da mesi di un ragazzo dichiarato omosessuale da sempre. Lui ricambia l'affetto e dice che sarei l'unica donna con cui potrebbe avere una relazione perchè c'è feeling e attrazione. Sono sicura della sua omosessualità che anche lui stesso afferma ciecamente, però nei mie confronti è ambiguo. Cosa ne pensa? E poi cos'è che non va che tutti i ragazzi che mi interesano e che mi attraggono sono gay?? Grazie della sua risposta Paola Pedinotti, 14-03-2010 20:45:19 Cara ragazza, il punto non è l’ambiguità del suo amico gay ma, come lei stessa dice, il sentirsi attratta solo da ragazzi gay.
Questi giovani sono sensibili, premurosi, creativi, simpatici; hanno molte qualità per piacere ad una giovane donna. I ragazzi gay, però, non sono orientati sessualmente verso la sua femminilità .
Pensa, anche solo vagamente, che questo aspetto possa essere rassicurante per lei? Se la domanda le suscita qualche minimo dubbio, le suggerisco di conoscere, anche attraverso dei colloqui psicologici, le sue paure relative ad un incontro con un ragazzo eterosessuale.
La saluto cordialmente e le invio molti auguri
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
Maria S. (Bergamo, 03-09-2009 13:34:55, )
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Sono proprio Maria S. Non ho domande da fare.... e non ho risposte da ricevere. Ho ritrovato il suo biglietto da visita e per curiosità l'ho cercata in rete: che sorpresa!!!! Ogni tanto la penso, spesso quando mi guardo dentro per capire come vanno le cose.... tempo fa le avevo lasciato una musicacassetta con le canzoni della Mannoia, le avevo detto che Rosaspina era la mia canzone: ora non è più così (o perlomeno poche volte)... volevo solo farle sapere che tutto scorre serenamente e che ormai da quasi 3 anni sono anche diventata mamma(con un po' di fatica - 7 mesi a letto e 1 mese di t.i.n. per il bimbo). Guardo lui e focalizzo meglio il me bimba, ora so che sono adulta ma giocando con lui e con il suo papà posso sempre ricrearmi. La abbraccio forte e La ringrazio... e per tutti quelli che hanno bisogno di una mano sappiate che nella follia c'è della verità nascosta e non sempre la normalità è buona norma! Paola Pedinotti, 07-09-2009 17:43:45 Carissima,
sì è proprio così, la bellissima storia di Maria S. le appartiene.
Mi ha dato una gioia immensa questo nostro incontro, percepire, attraverso le sue parole la sua serenità , la sua capacità di superare i momenti difficili, la sua gioia di vivere.
Grazie per questo dono.
Custodisco gelosamente la cassetta con le registrazioni della Mannoia che ogni tanto riascolto ricordandola con tenerezza.
Ricambio con tutto il cuore il suo affetto ed il suo forte abbraccio.
Un bacio al suo bambino
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta gentile dottoressa, le scrivo per chiederle un consiglio, anche se mi rendo conto sia difficile darlo, in ogni caso...
mia sorella ha dei disturbi d'ansia e/o di panico: palpitazione accelerata, crisi di pianto, forti mal di testa... lei sostiene che ciò che le accade è frutto di un qualcosa di fisico, cioè di un disturbo fisico a livello gastrointestinale che poi le provoca un malessere, l'ansia appunto...ha fatto parte di un gruppo di autoaiuto, ma non si sentiva supportata dagli altri partecipanti, forse perchè molti di loro facevano uso massiccio di farmaci e avevano alle spalle storie assai difficili...quindi ha rinunciato...mi rendo conto di esserle da supporto ma mi chiedo se basto io a farla star meglio, e mi chiedo anche quanto sia giusto che stia bene solo quando ci sono io...
cosa posso fare? come posso accompagnarla in un percorso anche psicologico e psicoterapeutico? Paola Pedinotti, 21-03-2008 10:47:21 Gentile Alessandro, mi pare di intuire che sua sorella si sia già sottoposta a tutti i controlli medici per escludere eventuali disturbi organici relativi ai sintomi che presenta, più attribuibili, secondo me, ad un “disturbo di somatizzazione†che alla categoria “attacco di panico†vero e proprio.
Cosa possiamo fare per un problema d’ansia somatizzato come quello di sua sorella? Il disagio di sua sorella ci avvicina all’area dell’emotività ovvero alla tendenza, praticata nel tempo e consolidata, ad evitare eventuali dolorosi conflitti emotivi spostandoli nell’area somatico-corporea più controllabile. Ciò rende comprensibile l’attribuzione dei sintomi, come dice sua sorella, a qualcosa di fisico. Oltre a questi disturbi, sua sorella come vive? E’ una ragazza che studia, che lavora, che ha amicizie e legami? Mi pare di capire che la sua vita, come avviene in questi casi, sia sempre meno aperta alle risorse sociali.
Lei Alessandro sta partecipando intensamente al vissuto doloroso di sua sorella e si sente, giustamente, un valido supporto per la stessa ma, nel medesimo tempo, si rende conto, dei limiti di questo aiuto. Infatti sua sorella continua a star male ed anche lei, di conseguenza, si sente inadeguato se non può esserle “sempre†vicino.
Penso che per sua sorella sarebbe indicata una psicoterapia individuale. Per aiutarla a superare il disagio del primo incontro potreste chiedere un primo appuntamento insieme. Sarà poi l’operatore a valutare la possibilità per sua sorella di proseguire da sola o, ancora per qualche seduta, di avvalersi del suo supporto.
Spero di avere risposto alla sua richiesta, resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
Con viva cordialità e molti auguri.
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
Adelaide (Bergamo, 07-03-2008 12:12:52, )
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Gentile Dottoressa,
le scrivo per sottoporle un serio problema che mi affligge. Ho 38 anni e dopo un periodo di profonda crisi, grazie anche all’aiuto di un counselor, sono riuscita a stare meglio rivalutando le mie risorse ed instaurando buoni rapporti di amicizia. Non riesco però, ancora, ad avere una sana e duratura relazione di coppia. Ciò mi angoscia perché continuo a vivere storie sbagliate con persone che non mi amano, soffrendo per i ripetuti abbandoni.
Desidero intensamente un compagno ma vivo continue delusioni. Il counselor può aiutarmi a cambiare oppure sarebbe meglio una terapia?
Vorrei un parere per evitare altri errori.
La ringrazio per il suo aiuto.
Paola Pedinotti, 08-03-2008 21:22:34 Cara Adelaide,
complimenti per il percorso che ha effettuato fino ad ora, per la sua crescita personale dopo un periodo di profonda crisi.
La psicoterapia è un processo di conoscenza che potrebbe aiutarla a comprendere ciò che lei desidera veramente. Il suo potrebbe essere un problema di autostima o forse potrebbe essere legato ad un conflitto tra il volere un compagno o il volerlo solo in parte.
Un terapeuta potrebbe aiutarla a conoscere le dinamiche profonde del suo attuale disagio e a sviluppare le sue potenzialità nella relazione di coppia.
Con i migliori auguri
Paola Pedinotti, Psicologa, Psicoterapeuta
gemma (como, 24-01-2008 10:11:20, )
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Gentile dottoressa, mia figlia Jenny soffre di depressione da circa 10 anni, adesso ha 32 anni. Per tutto questo tempo ha seguito diverse cure farmacologiche ottenendo benefici e miglioramenti a volte molto buoni; a volte si ripresentano crisi saltuarie con desideri suicidari. Ha anche pensieri ossessivi ricorrenti relativi alla sessualità o alla realizzazione sul lavoro. Vorrei sapere se è conveniente proseguire con i farmaci(attualmente assume Ziprexa e Efexor) o se sarebbero preferibili altre cure.
Grazie per l'attenzione Paola Pedinotti, 24-01-2008 18:46:01 Cara signora Gemma, la depressione di sua figlia pare importante e profonda, sembra aver impegnato gli psichiatri in modo serio ricorrendo ai farmaci più garantiti dall'attuale ricerca farmacologica.
Quello che mi sentirei di suggerire, parallelamente al trattamento farmacologico, è un aiuto psicoterapeutico di cui, mi pare di capire, sua figlia non ha fino ad ora usufruito. Una psicoterapia costituirebbe un supporto psicologico che, affiancando la cura dello psichiatra, potrebbe dare ai benefici ottenuti fino ad ora una maggiore continuità e stabilità .
Le auguro ogni bene
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
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