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LA DEPRESSIONE

In origine era detta "malinconia". Uno stato d'animo che può essere presente in alcuni momenti della nostra vita e che i poeti hanno la capacità espressiva di comunicarci, come Vincenzo Ostuni nei suoi versi, che scrive a 17 anni:

Vincenzo Ostuni

Il tema della solitudine è un tema che evoca in ciascuno di noi profonde risonanze emotive, fa parte della nostra vita o di particolari stadi della vita come l'adolescenza o può dipendere dalla variabilità del processo evolutivo legata ai condizionamenti ambientali e alle vicende personali. La depressione diventa una malattia quando, da semplice malessere, supera certe soglie ed è uno stato caratterizzato da un insieme di sintomi psichici e fisici persistenti nel tempo, consistente principalmente in una diminuzione da lieve a grave del tono dell'umore, talvolta associata ad ideazioni di tipo autolesionista.

A questa sintomatologia principale possono accompagnarsi deficit dell'attenzione e della concentrazione, insonnia, disturbi alimentari estrema ed immotivata prostrazione fisica.

Può insorgere un senso di avversione per se stessi, una caduta dell'autostima che col tempo può diventare una crescente sensazione d'inutilità. In genere chi ne soffre mostra un umore depresso, una tangibile tristezza e tende a non provare più lo stesso piacere nelle attività che provava prima. Spesso familiari ed amici, in buona fede, cercano di incitare la persona depressa a reagire, a metterci una dose di buona volontà, e ciò porta a far sentire chi ne soffre ancora più in colpa. Sebbene i meccanismi interni alla base della depressione siano ancora sconosciuti, è ormai certo che la malattia è in genere non collegabile ad un periodo di stress, sia esso negativo o positivo.

Essa, infatti, si può innescare dopo alcune fasi importanti della vita: un lutto, un licenziamento, un grande dispiacere ma anche un cambio di residenza, o un innamoramento; in generale qualsiasi cambiamento rilevante può indurre la manifestazione del disturbo in soggetti predisposti. Quando la depressione si innesca in assenza di un evento scatenante è definita endogena (si distingue da quella reattiva).

Con questa espressione si vuole sottolineare la presenza di cause organiche profonde, non transitorie, all'interno dell'organismo del soggetto ovvero ci sarebbero ragioni biologiche all'origine del disturbo.

Secondo le teorie psicodinamiche, invece, la depressione endogena è il risultato di una mancata elaborazione di vissuti emotivi profondi, traumatici, depositati nell'inconscio a causa della rimozione.

La corrispondenza tra gli stati affettivi presenti nella depressione e nel lutto, hanno spinto a cercare le origini delle dinamiche depressive in premature e dolorose esperienze di perdita, intese in senso psichico, o separazione dall'oggetto d'amore. Tale vissuto di perdita può espandersi a tutta la persona fino a causare perdita di autostima, della fiducia in sestessa, paura di perdere le persone care, perdita di energia, perdita della speranza, e così via fino al doloroso ed immobilizzante senso di perdita della propria vita.

Le esperienze di perdita o separazione non elaborate trasformano il sentimento di essere rifiutati, nella convinzione inconscia di aver meritato quel rifiuto, attivando il senso di colpa che reitera e conferma il vissuto di essere rifiutati.

Ricordo la sensazione di impotenza vissuta da Mara ed il suo terrore di avere ereditato il male materno ed il sollievo e la leggerezza provate quando, attraverso le parole, ha potuto cogliere un altro senso dalla sua storia. Per quanto riguarda la genetica, risulta ardua la distinzione tra fattori ereditari e fattori culturali infatti un genitore depresso può trasmettere tristezza e senso di colpa condividendo quotidianamente coi figli il proprio senso della vita.


STORIA DI MONICA

da "Traumi psicologici, ferite dell'anima"- Il contributo della terapia con EMDR di Fernandez-Maslovaric-Galvagni-Editore Liguori.

Monica è una giovane donna che chiede una psicoterapia a seguito di alcuni sintomi depressivi. Da piccola era considerata una bambina timida. Aveva un fratello maggiore di 4 anni, e con i genitori avevano vissuto in campagna. Il padre e la madre erano persone di buon cuore, ma con poche possibilità economiche. Non c'erano molte altre case nella zona di campagna dove vivevano. La nipote di una vicina, per i primi sei anni di vita, fu per Monica l'unica amichetta disponibile.

Il fratello di Monica, maggiore rispetto a lei di quattro anni, era molto introverso e dedito quasi esclusivamente ai suoi passatempi solitari. In una delle poche case del circondario viveva con il marito una vicina, anziana e piuttosto ambiziosa.

Monica andava a trovare quasi ogni sabato la nipotina di questa vicina che aveva un anno meno di lei, e che si chiamava Stefania. Quando questo succedeva, l'anziana signora tendeva a privilegiare, con modalità apertamente diverse, la nipotina, a discapito di Monica. Poteva essere un gesto semplice, per esempio indicare a Monica di andare a casa sua perché Stefania doveva fare la merenda?. Oppure, molte volte, appena Monica arrivava, l'anziana vicina non lesinava esibizionismo nel mostrare a Monica i nuovi giochi che Stefania aveva ricevuto in regalo, giochi di lusso che raramente a lei era permesso di toccare e che i suoi genitori non si sarebbero mai potuti permettere.

A sei anni Monica iniziò a frequentare la scuola elementare, dove da subito si dimostrò una brava scolara, silenziosa quanto basta per passare inosservata. Crescendo divenne più socievole, avendo anche la possibilità di stare in mezzo a più persone.

Da adulta, anche se fu un'ottima studentessa e le possibilità di avere una vita soddisfacente si presentarono concretamente, non fu mai una persona allegra e spensierata. Apparentemente aveva avuto genitori affettuosi e comprensivi ed era una ragazza piacevole, in salute ed intelligente.

Era diventata una giovane donna ricercata dagli amici e corteggiata dai coetanei. Quando il primo ragazzo importante della sua vita la lasciò, dopo pochi mesi, Monica entrò in depressione. Un fatto di vita normale e molto comune, che può capitare a tutti, la mise totalmente in crisi. Ci vollero dei mesi perché Monica si rendesse conto della gravità di quanto le stava accadendo. Quando arrivò in terapia, riuscì a rievocare e ripercorrere le diverse fasi della sua vita.

Affrontò il concetto dell'immagine di se stessa che aveva maturato nel corso degli anni e prese coscienza di quali fossero state le strategie che aveva sviluppato come sue modalità tipiche di gestione delle difficoltà. Monica fece molta fatica ad iniziare a comprendere significativamente cosa era andato storto nella sua vita, prima di quell'abbandono.

Man mano che apriva con la terapeuta i cassettini chiusi del suo passato, emersero le reali ferite dell'anima. Ci furono eventi di un certo spessore accaduti a livello familiare che avevano compromesso una crescita libera da zavorre emotive negative, ma ad un certo punto Monica ricordò, come un fulmine a ciel sereno, anche le situazioni di umiliazione ripetute nel corso di anni a casa della nonna di Stefania che, per tutte le persone intorno a lei, compresi i suoi genitori, erano state solo situazioni normali. "Per fortuna da piccolina c'era la Stefania", era infatti quello che per anni le aveva ripetuto sua madre, estremamente contenta del tempo che Monica poteva passare a casa della vicina. E' stato importante rivedere insieme i ricordi degli episodi a casa di Stefania che le avevano fatto percepire che lei non valeva, non era degna e non meritava cose buone e che erano associati a sensazioni di umiliazione.

Tutto questo era stato fino a quel punto difficile da verbalizzare e da ricollegare con piena consapevolezza, il che aveva sabotato così a lungo la sua autostima. Da dietro le quinte, quegli annidi umiliazione subita avevano continuato a minare anche il presente riguardo al valore globale che Monica attribuiva a se stessa e, anche per questo motivo, la rottura del fidanzamento l'aveva portata a sviluppare una depressione.

Come nel caso di Monica, rivedere la propria storia di vita è una preziosa occasione per capire che un disagio attuale, una problematica d'ansia o depressiva, possono essersi sviluppate a seguito di eventi ed esperienze difficili di vita che si sono accumulate, e non dal fatto che una persona è nata debole, sbagliata o "difettosa".


Disturbi dell'umore

Depressione

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